Settimana 40 – Tonight, tonight

Ore 9.00 di un martedì mattina qualunque. Per esempio il 12 giugno. Ti svegli con delle perdite. Ricordi immediatamente quello che ti hanno detto al corso pre parto: vai al pronto soccorso solo se sono a) verdi (bleah); b) con il sangue (oddio che paura!); o c) abbondanti e durano per qualche ora. Escludi a) e b) – per fortuna – te ne stai calma a casa tutta la mattina, fino a quando, verso ora di pranzo, non decidi che sei sicuramente nel caso c). Che significa: hai rotto le membrane, cioè il modo più à la page di dire “rompere le acque”. Per prima cosa avvisi Dottoressa Ganza. Che però non risponde al tuo sms. Allora lo dici all’ostetrica che hai scelto, la Quarta, quella che non sorride mai.
Ore 13.30. Raccogli le tue cose, Madre e Marito e ti avvii verso l’ospedale. Ti fanno entrare subito, e alla prima visita l’ostetrica di turno ti dice che “ci siamo, si sono rotte le membrane”. La dottoressa di turno, invece, ti visita, esamina il liquido con una cartina e ti dice che “vada pure a casa, sono solo perdite ma il sacco amniotico è intatto, il prom è negativo. Torni solo se le perdite non si fermano stanotte”. Che tradotto in lingua corrente è: “falso allarme”. Poi aggiunge un’informazione inquietante: quando le dici che sei in cura dalla Dottoressa Ganza, lei dice: “ah, lo sa che è in vacanza, vero?
Sul momento non cogli il concetto: DG ti ha avvisato che non ci sarà giovedì – guarda caso la data presunta del parto – ma oggi è martedì, quindi la dottoressa di turno non può che essersi sbagliata.
Quindi con calma riprendi Madre, Marito e valigia e ti piazzi sul divano di casa.
Ore 18.00. Ti accorgi di avere dei doloretti. Ma da quello che ti hanno spiegato, non assomigliano al concetto di “contrazione”. Allora ti rilassi, ti distrai, pensi a tutt’altro. Beh, magari non proprio a tutt’altro. Guardi una puntata del telefilm idiota che a te piace tanto e che Marito disapprova, ti addormenti per un po’. Le perdite continuano, i doloretti anche. Madre e Marito insistono: facciamo un salto al pronto soccorso, per toglierci ogni dubbio. Alla fine taci e acconsenti.
Ore 22. L’ostetrica di turno avrà 18 anni, ma è adorabile. Ti attacca al monitoraggio. Un affare con due sensori a forma di cuffie audio vintage che registrano uno l’intensità delle contrazioni, l’altro il battito del cuore di Pj. Dopo 20 minuti passati su una poltrona reclinabile, arriva Dottoressa Simpaticissima Propriounospasso, che guarda il monitor, la tua cartella, poi di nuovo il monitor e ti dice: “Che cazzo (GIURO! Ha detto così!) è tornata a fare, signora, che non ha neanche uno straccio di contrazione?! Facciamo la visita che la dimetto”.
Alla visita c’è una faccia conosciuta: Dottoressa Umathurman. Non si ricorda di te, e insiste: “Ah, lei è paziente di Dottoressa Ganza? Ma lo sa che è in vacanza, vero?”.
No, non lo sapevo, che culo, eh?” ti sbilanci tu.
Dottoressa Umathurman ci rimane male, tu le spieghi che obiettivamente sei sicura della sua professionalità, in più la ami perché è uguale a Umathurman e sai che anche se ce l’ha nascosta nell’armadio, non userà contro di te la katana di Hattori Hanzo, ma che dovrebbe proprio mettersi nei tuoi panni: in nove mesi in cui non ha mancato un giorno al lavoro, Dottoressa Ganza va in vacanza proprio quando stai male, a due giorni dalla data presunta del parto e senza neanche avvisarti.
Mentre vi intrattenete sul concetto, ti prepari per la visita. E’ in quel momento che succede come nei film. Splash! Dottoressa Umathurman ride (beata lei) e dice che non c’è bisogno di rifare il test, stavolta hai rotto le acque e sei ammessa in sala parto.
Ore 23.30. Non proprio in sala parto, ma nel pre-parto, cioè quel limbo dove piazzano tutte le donne con i primi sintomi del travaglio, non ancora attivo. Cioè quando iniziano ad avere dei dolori, ma quei dolori non corrispondono alla dilatazione del collo dell’utero, da dove si suppone Pj debba passare per uscire. Si consuma la tragedia: le ostetriche avvisano Madre che deve lasciarti sola tutta la notte. È il primo segnale di incrinatura nel rapporto di lei con Marito. Marito non è felice di mollarti lì, ma sa che è solo per poche ore, il tempo di un breve sonno ristoratore e poi tornerà verso l’ospedale. Madre vorrebbe nascondersi sotto il letto o montare una tenda subito fuori dalla sala parto. Nessuno dei due si accorge della vera tragedia: la tua compagna di stanza. La Simpatica Logorroica. Che ha rotto anche lei le membrane, ieri, non ha un dolore e non riesce a dormire. Quindi non fa dormire neanche te. Pur di farla stare zitta la accompagni a chiedere un panino al formaggio alle ostetriche. E incontri Dottoressa Simpaticissima Propriounospasso, che non può credere di trovarti lì. Le spieghi che hai fatto Splash! alla visita con Dottoressa Umathurman, e che quindi ti hanno ricoverata. Lei si fa raccontare tutta la storia di nuovo e cambia l’orario dello Splash! sulla tua cartella (Umathurman l’aveva anticipato alla mattina, quando cioè eri andata al pronto soccorso la prima volta. Simpaticissima Propriounospasso lo piazza alle 23, quando cioè hai effettivamente fatto Splash!
Ore 07.00 di un mercoledì a caso, tipo il 13 giugno. La notte non è piccola, non finisce mai se non riesci a dormire, il letto è di pietra, tu sei convinta di avere le contrazioni, ma il monitor a cui ti hanno attaccata dice di no. Dice di no anche Ostretrica Quarta, la tua, che è di turno. Molto dolore per nulla: lì sotto non si dilata niente. In compenso hai un ago di 10 centimetri in vena per pompare l’antibiotico. E una fame da lupi. Madre e Marito arrivano con le brioches di Cucchi e ti sollevano il morale.
Ore 09.00. La visita medica. Sei stufa del solito copione:
– Chi è il suo medico curante
– Dottoressa Ganza
– Ah, ma lo sa che è in vacanza?

Beh, diciamo che non lo sapevi, ma che te ne sei accorta. Tra l’altro mentre tutti qui te la fanno immaginare sotto le palme di Bora Bora, DG si fa viva con un messaggio, nel quale ti dice che ha avuto un grave problema di famiglia, che però è in contatto con le ostetriche per sapere tutto della tua situazione. E tu sempre nel letto di pietra, con accanto la Simpatica Logorroica, circondata da sconosciuti, non sai più se credere alla versione di Bora Bora o a quella del dramma familiare. Di sicuro, all’ennesimo medico che ti dice che le tue non sono contrazioni, anche se ti fanno un male cane, un po’ speri che se proprio è a Bora Bora quanto meno le cada una noce di cocco sul ginocchio. Comunque visto che non sono contrazioni, nel pomeriggio ti indurranno il parto. Giusto dopo avere finito 150 parti cesarei programmati.
Ore 16. Arriva la dose di prostaglandine, la cosa che serve per indurre il parto. Tu sei sudata, ti senti appiccicosa, puzzolente, sfinita. Ancora le (cazzo di) contrazioni non partono. I dolori sono più forti, ma il (cazzo di) monitor non segna nulla. In più i dottori sono tutti intorno a Simpatica Logorroica, che non si capisce se queste (cazzo di) membrane le ha rotte oppure no. Il test del Prom evidentemente non serve a (cazzo di) niente: prima dà positivo e poi negativo e poi di nuovo positivo. Tutti sono intorno a lei, che tra l’altro è in largo anticipo sulla data del parto e ha un Dottore Carino Ma Stronzo che non passa mai a visitarla anche se è di turno, e tu stai lì a guardare il monitor che continua a non segnare una (cazzo di) contrazione.
Ore 19. Dov’è? Dov’è la katana di Hattori Hanzo? Se non fanno qualcosa ti strappi la pancia e la tiri fuori tu, Pj! Madre è nel panico almeno da 12 ore, Marito riferisce che secondo i dottori è meglio che vadano a casa, perché sarà ancora lunga. Tu ci pensi un attimo e poi implori: “vi prego, restate qui!”. Il fremito nella forza è CAZZO, fortissimo. “fate qualcosa!”. L’ostetrica di turno decide che è ora di chiamare Quarta e di trasferirti in sala parto. Lì il monitor è molto più figo, e finalmente registra le tue contrazioni.
Ore 20. Quarta arriva portandosi dietro l’anestesista per l’epidurale. Gaydaicapellisalepepe non è che rassicuri un gran che, tu tremi dal freddo, dal dolore e dalla paura mentre ti mettono in posizione, da sola e piegata in avanti su un cuscino con un’infermiera ti tiene ferma la testa con le mani. Gaydaicapellisalepepe è uno di quelli con l’aria scocciata che ti ficca un ago da 50 centimetri nella schiena con la stessa nonchalance con cui tu sorseggeresti un bianco su una terrazza affacciata sul mare. Ma è bravo. È bravissimo, dottore. Dottore è fighissimo, è tutto fighissimo. Contrazioni? Mi sembrano massaggi rilassanti sulla spiaggia polinesiana. Anzi, guardi, secondo me laggiù c’è anche Dottoressa Ganza, la vedo, la vedo…
Marito è arrivato in sala parto, ti porge un Topolino e Quarta ti dice di leggere un po’, e di cercare di dormire. Obbedisci di buon grado, finalmente è passato il dolore e tutto è dolce e un po’ drogato. Finalmente capisci il Dottor House e il suo Vicodin.
Ore 23.30. L’effetto dell’epidurale sta passando. Quarta prende in mano la situazione. Ti fa fare un rabbocchino e soprattutto ti spara una dose massiccia di ossitocina, quella cosa che fa fare un balzo in avanti alle tue contrazioni.
Ore 23.55. Quarta dà una controllata alla situazione e Marito esce per avvisare Madre, Suoceri e Fratello – che nel frattempo si è precipitato da Roma – che ne avremo ancora per un po’. Quando torna, Quarta dà una controllata alla situazione e dice la frase fatidica: “Oh, ci siamo! Spinga!”.
Ci siamo, ci siamo veramente. Inizi a spingere con tutta la tua forza, non senti neanche il dolore (beh, magari un pochino sì, sul finale ti concedi un urletto mica da poco…). Respiri come ti hanno insegnato al corso e spingi e non capisci niente di quello che sta succedendo, finché…
Ore 00.26 per l’ora legale, giovedì 14 giugno. Esattamente la data presunta del parto. Ti mettono sulla pancia una cosa piccola, indifesa con tantissimi capelli neri e il naso a patata. Avvolta in un asciugamano bianco, nuda e appiccicosetta. La riconosci subito: è Pj. È un secondo, e senti scorrere la Forza. Dio, quanto la ami.


Informazioni su fiammasan

Giornalista, editor, diversamente blogger. Scrive per Vogue Italia e Vogue.it, L'Espresso, e molti altri. Ama le scarpe e di recente si è unita al Lato Oscuro. Journalist, editor, unusual blogger. Writes for Italian Vogue and Vogue.it, L'Espresso, and many others. Loves shoes, and recently joined the Dark Side.
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8 risposte a Settimana 40 – Tonight, tonight

  1. gaia ha detto:

    ciao pj-margherita, benvenuta!!!!!!!! post stupendissimo e super emozionante! brava mamma fiamma ❤

  2. Espritavivre ha detto:

    Che invidia che hai gia fatto! io sono a 39+1 adesso e piena di dolori….. non ce la faccio piu!!!!!!!!

  3. Espritavivre ha detto:

    P.S a me non hanno detto nulla riguardo alla scelta dell’ostetrica, insomma, ti becchi chi c’è di turno. Se ti va di culo, quella che ti ha fatto il corso. (ospedale di Milano molto grande)….

  4. Espritavivre ha detto:

    Eccomi, dopo un travaglio terribile terminato con un cesareo d’urgenza, riesco a connettermi per la prima volta una settimana dopo la nascita della mia piccola.
    QUANTO AMORE….. ancora adesso la guardo e mi commuovo. Come posso aver fatto una cosa cosi perfetta, nella mia via incasinata? LA AMO DA MORIRE. E quando siamo io e lei glielo ripeto in continuazione.

  5. Enrico Salvini ha detto:

    Fiammasan, avevo perso di vista il tuo blog da qualche mese, ma qualcosa scritto dal comune amico giorgiosalati mi ha fatto ritornare a dare un’occhiata e scopro che Pj è nata!!! Benvenuta a lei, congratulazioni a te e a Marito e *quanto capisco* la tua ultima frase. Sia quando EK è nato che nelle giornate come oggi in cui, scottante di febbre, ti sta incollato addosso come il bianco sul riso e tu molli tutto per coccolarlo fino allo sfinimento, “Quanto lo amo” è l’unica cosa che ti passa per la testa.

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